Dalla paura alla fobia, dall’ansia alla mania, dalla preoccupazione all’ossessione.
A quante persone capita, almeno una volta nella vita, di vivere schiavi di una qualche fobia o mania? Molti forse non sono in grado di rispondere a questo quesito, forse per carenza di dati sufficienti utili a comprendere cosa significhi vivere influenzati da paure tanto forti, o da manie che ossessionano, da riuscire a modificare addirittura il modo di essere di chi, purtroppo, giunge a piegare idee e pensieri per servire un padrone più forte di sé stesso.
QUANDO UN COMPORTAMENTO RIPETITIVO PUÒ ESSERE CONSIDERATO FOBIA, MANIA OD OSSESSIONE?
Il confine che separa un comportamento ripetitivo che può classificarsi come piccola “mania” ordinaria (controllare due o tre volte di seguito di aver chiuso il gas o la porta di casa, tenere in tasca proprio quel portachiavi “talismano”, etc.) da un comportamento che viene invece ripetuto anche in assenza di una vera motivazione che lo sostenga è molto sottile.
La ripetizione di un comportamento diviene problema quando non c’è proprio più alcuna ragione che la giustifichi. L’acutizzarsi di questi piccoli timori/paure/comportamenti conduce a situazioni di intensità molto più profonda quando la loro ripetizione non è più giustificata da alcuna motivazione oggettiva.
Tale processo spesso sfugge al controllo razionale dell’individuo che, assorto nell’esecuzione costante di queste piccole e grandi routine comportamentali quasi fossero ormai parte del proprio modo naturale di fare, non si accorge, in realtà, di essere finito vittima di una vera e propria gabbia.
Non solo timori e comportamenti, ma anche preoccupazioni che finiscono per dominare e ingabbiare la nostra mente: gelosia ossessiva, manie di persecuzione, claustrofobia, aracnofobia, superstizioni di ogni genere ne sono solo alcuni esempi.
Per questo motivo, a ragion veduta, è possibile attribuire alle ossessioni, alle fobie e alle manie l’appellativo di “prigioni della mente”.
Esse portano l’individuo a vivere dietro le sbarre di una gabbia costruita dal proprio pensiero, una gabbia che non trova riscontro e giustificazione nella realtà.
LE FOBIE, LE MANIE E LE OSSESSIONI SECONDO STEFANO BENEMEGLIO
Gli studi di Stefano Benemeglio considerano queste prigioni mentali come compensazioni nate per sopperire alle carenze presenti nei principali settori della nostra esistenza: un rapporto di coppia che non funziona, un lavoro frustrante, la scarsa motivazione.
Dove non vi è soddisfazione, la mente umana, e più precisamente la nostra parte emotiva, sviluppa un sintomo capace di catalizzare l’attenzione dell’individuo affinchè vi sia comunque “cibo” di cui nutrirsi. Buoni o cattivi che siano, la nostra emotività ha infatti bisogno di continui stimoli per alimentarsi.
Agire a monte per rendere soddisfacente la nostra quotidianità (relazioni affettive, autorealizzazione, rapporti interpersonali, etc.) è la strada migliore per evitare lo sviluppo di aspetti ossessivi e fobici che fungano da cibo emozionale per la nostra parte emotiva a discapito della nostra felicità, laddove noi non siamo in grado di fornirgliene il giusto apporto.
Agire è possibile in prima istanza attraverso un processo di riequilibrio emozionale che miri a svuotare i serbatoi nelle emozioni inespresse origine di sintomi e somatizzazioni; in secondo luogo attraverso l’adozione di modalità comportamentali basate sull’ascolto del proprio sentire, ossia delle proprie esigenze emotive, imparando ad essere noi in prima persona ad esercitare libero arbitrio su quanto intendiamo fornirle in qualità di cibo emozionale, impedendo così che sia lei a creare condizioni di sofferenza utili a soddisfare la sua fame. Questa si chiama “filosofia analogica” e rappresenta il modus vivendi basato sulle teorie sviluppate da Stefano Benemeglio in materia di dinamiche emotive e comportamentali.
Per maggiori informazioni sul Metodo Benemeglio© contattare info@centroipnosidinamica.it o il Numero Verde gratuito 800.33.33.77.
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